Sala operatoria ibrida: benvenuti nel futuro
Il futuro della cardiochirurgia? La sala operatoria ibrida. I nosocomi più all’avanguardia, sia in Italia che all’estero, si stanno dotando di sistemi di imaging multimodale (angiografia ed angiografia rotazionale con ricostruzione tridimensionale, ecocardiografia tridimensionale , fluoroscopia, TAC) integrati all’interno di un ambiente dotato di tutta la tecnologia di una sala operatoria cardiochirurgica tradizionale. All’interno della sala ibrida, come quella del nuovissimo reparto di Cardiochirurgia della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) diretto da Mauro Cassese, diversi specialisti agiscono contemporaneamente evitando pericolosi spostamenti al paziente ad elevata complessità, riducendo il costo dell’intervento e consentendo all’equipe multidisciplinare di poter agire in modo più sicuro, rapido e preciso. 07_Scialitiche-thumbnail-1600x800 (1)Sotto il coordinamento del primo operatore e del suo staff di cardiochirurghi, agiscono emodinamisti, cardiologi e cardio-ecografisti, garantendo un processo decisionale estremamente efficace. Tante professionalità sono infatti in grado di garantire il giusto sguardo d’insieme del quadro clinico del paziente, individuare le più corrette procedure e gestire meglio ogni possibile emergenza. Si tratta infatti di una complessa soluzione organizzativa e tecnologica. La sola presenza di strumentazione avanzata non è sufficiente. Occorre che il primo operatore imposti un sistema nel quale ciascun professionista sappia muoversi con destrezza e massimo coordinamento coi colleghi. Quando si raggiunge questo risultato, nella sala ibrida cardiochirurgica è possibile effettuare sia interventi di chirurgia cardiaca e vascolare tradizionali, sia procedure cardiologiche interventistiche ed endovascolari: interventi di impianto di valvola aortica percutanea (TAVI), rivascolarizzazione miocardica chirurgica e percutanea, debranching aortico chirurgico, impianti di protesi endovascolare ed il trattamento di ogni tipo di vasculopatia di interesse chirurgico ed endovascolare. La sala ibrida è particolarmente indicata per il paziente con un elevato rischio operatorio, anche nel caso in cui sia stato precedentemente ritenuto non idoneo all’intervento. Insomma, vantaggi innegabili per la salute e la sicurezza dei pazienti, ma anche per il Servizio sanitario, grazie alla riduzione dei costi, sia dell’intervento che della degenza.

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